SINOSSI
Tamil Nadu, India meridionale. Milioni di adolescenti e giovani donne lavorano nell'industria tessile, dalla filatura del cotone alla produzione di capi di abbigliamento del pronto moda, per il mercato locale e internazionale.
Spesso provengono da zone povere e rurali, dove non ci sono fonti di reddito alternative né per loro né per le loro famiglie, anche a causa del persistente declino dell'agricoltura. È in questi villaggi che i "broker", agendo da intermediari tra le aziende alla ricerca di una manodopera numerosa e docile e una popolazione locale sempre più disperata, ogni anno reclutano migliaia di ragazze.
Le ragazze vengono portate nelle aziende, dove oltre a lavorare, sono costrette anche a vivere, negli ostelli annessi alle fabbriche - anche se spesso né loro né le loro famiglie e persino alcuni broker sono a conoscenza di questo. Vengono assunte attraverso i cosiddetti schemi di reclutamento e sfruttamento; uno dei più conosciuti è lo 'Sumangali scheme'.
Secondo questo schema, le ragazze devono lavorare da tre a cinque anni - turni estenuanti, fino a venti ore al giorno, in condizioni pericolose; sono private della libertà di movimento e di comunicare col mondo esterno, e non ricevono uno stipendio mensile, ma solo una modesta somma di denaro per le esigenze quotidiane. Al termine del periodo stabilito, dovrebbero ricevere il pagamento cumulativo di quanto hanno guadagnato nel corso degli anni, tra i cinquecento e gli ottocento euro. Sognano di poter usare quel denaro come dote per il proprio matrimonio.
Quello che spesso accade in realtà sono incidenti sul lavoro, mancati pagamenti, fughe, suicidi, violenza sessuale, e finanche omicidi.
Le stesse ragazze, nel raccontare il proprio passato e futuro, tracciano il quadro della crudeltà quotidiana di un sistema produttivo nel quale le prime fashion victims sono loro stesse, violate nel corpo e nei sogni, per produrre ciò che noi indossiamo tutti i giorni.
SYNOPSIS
Tamil Nadu, Southern India. Millions of adolescents and young women work in the textile industry, from the cotton weaving to the production of ready-to-wear garments, for both local and the international market.
They often come from poor and rural areas, where there are no income alternatives neither for them nor for their families, especially given the constant and persistent decline of agriculture. It is in these villages that the "brokers", acting as intermediaries between the companies in need of a sizable and docile workforce, and local population ever more desperate, every year recruit hundreds of thousands of girls.
The girls are taken to the companies, where, beside working, they will also be living in factory hostels, although often they - nor their families and even some brokers - are not aware of this. They are enrolled through so called recruitment and exploitation schemes; one of the most know is the 'Sumangali scheme'.
Under the scheme, the girls must work between three and five years: exhausting shifts, up to twenty hours a day, in dangerous conditions, they are deprived of the freedom of movement and to communicate with the outside world, and they do not receive a monthly salary, but only a very small amount of money for their daily needs. At the end of the stated period of work, they should receive the cumulative payment of what they have earned over the years - between five hundred and eight hundred euro. They dream of being able to use that money as a dowry for their wedding.
Instead, what often happens are work accidents, missed payments, escapes, suicides, sexual violence, and even murders.
The girls themselves, by narrating their past and their future, draw a picture of the daily cruelty of a production system in which the first fashion victims are themselves, violated in the body and in their dreams, to produce what we wear everyday.